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Punture di insetti, come riconoscerle, trattarle e quando è opportuno rivolgersi al Dermatologo

  • Immagine del redattore: Dott.ssa Lucia Calvisi
    Dott.ssa Lucia Calvisi
  • 11 ago
  • Tempo di lettura: 4 min
Punture di insetti, come riconoscerle, trattarle e quando è opportuno rivolgersi al Dermatologo

L'estate è il periodo dell'anno in cui si ha più occasione di stare all’aria aperta, con le conseguenze positive che questo comporta ma anche, purtroppo, qualche piccolo problema. Talvolta, infatti, può capitare di essere facile preda di insetti e/o di acari.


Come comportarsi e quali sono i segnali che devono imporre una visita dermatologica?

Le punture di api, vespe e calabroni, i cosiddetti imenotteri, sono un fenomeno molto comune, per quanto meno di quelle di zanzara e pappataci. In Italia, circa il 15% delle persone viene punto da un imenottero almeno una volta nella vita. Le punture di vespa sono quelle più frequenti, dal momento che le vespe possono essere aggressive se le si disturba in un prato o in un giardino, o anche semplicemente se si mangia all’aperto. Le api pungono meno frequentemente; i calabroni sono più rari.


Come capire di che insetto si tratta?

La vespa e il calabrone non perdono il pungiglione quando pungono e possono farlo più volte: per questo motivo, una volta punti, è consigliabile allontanarsi immediatamente. L’ape, invece, lascia il pungiglione nella pelle e muore dopo aver punto, perchè insieme ad esso perde anche alcune ghiandole e muscoli addominali. Le punture di insetti come zanzare e pappataci invece non devono destare preoccupazione, in quanto comportano solo un rigonfiamento della pelle con arrossamento e prurito intenso ma variabili a seconda della persona e dell’insetto.

Le punture degli imenotteri provocano, nella maggior parte dei casi, una reazione locale: rigonfiamenti rossi della pelle, di dimensioni variabili (in genere dai 2 ai 4 cm) con dolore, rossore e gonfiore. Si tratta di una reazione normale, dovuta al veleno iniettato dall’imenottero che contiene decine di sostanze chimiche irritanti e tossiche. La reazione locale non deve essere causa di preoccupazione e generalmente non necessita di terapia in quanto di breve durata, da alcuni minuti a poche ore a seconda del punto colpito.

Le punture di vespa possono occasionalmente causare un gonfiore che permane per qualche giorno e che provoca prurito se toccato, specie durante le ore notturne, in questo caso può essere utile rivolgersi allo specialista per una terapia opportuna, solitamente a base di topico cortisonico ed antistaminico per bocca.


Solo una piccola percentuale di persone, circa il 10%, può avere delle reazioni più gravi di tipo sistemico, nausea e/o vomito, calo di pressione e/o orticaria diffusa. In questo caso la visita dermatologica è fondamentale. In casi estremi, infine, si può avere il temibilissimo shock anafilattico con grave riduzione della pressione arteriosa che può portare anche al decesso. Solitamente, ci sono sintomi che precedono lo shock, come intorpidimento, perdita di sensi fino allo svenimento. Questa rappresenta chiaramente una importante urgenza medica, a seguito della quale si deve correre repentinamente in Pronto Soccorso.


Come capire se si è allergici alla puntura di un insetto?

L’allergia al veleno degli imenotteri è dovuta al fatto che la persona che viene punta possiede anticorpi contro alcune delle sostanze presenti nel veleno, che possono causare reazioni locali estese (oltre i 10 centimetri di diametro) oppure reazioni importanti quali orticaria generalizzata e shock anafilattico.


Quanto dura la reazione a una puntura di insetto?

Una puntura di ape, vespa o calabrone produce una reazione che raramente dura più di 30 minuti. Gli effetti della puntura si manifestano entro pochi minuti, ma in alcuni casi anche dopo un’ora. In caso di vera e propria allergia al veleno degli insetti, che si presenta con una reazione estesa, l’effetto è più grave e duraturo. La reazione può raggiungere il picco anche dopo 24 ore (ma non sono rari i casi in cui il picco si raggiunga dopo 48 ore) e la reazione allergica può durare dai 7 ai 10 giorni.


Come comportarsi dunque in caso di puntura di insetto?

Fondamentale innanzitutto è mantenere la calma, anche perché, come detto, movimenti bruschi potrebbero attirare altri insetti oppure irritare l’insetto che ha già punto, portando a nuove punture. In caso di puntura di ape, che lascia il pungiglione, bisogna subito toglierlo. Il pungiglione può apparire come un puntino nero, solitamente al centro della lesione rossa, rimuoverlo è fondamentale per evitare che il veleno continui ad essere iniettato. In caso di reazione normale, a questo punto è sufficiente applicare del ghiaccio e non grattarsi, per evitare sovrainfezioni batteriche. Se la reazione è estesa, è prudente applicare una crema cortisonica e prendere un antistaminico per bocca e consultare uno specialista. Nei casi gravi ovviamente allertare il Pronto Soccorso è fondamentale.


Raccomandazioni.

Se si ha in programma di fare una gita fuoriporta e si sono già avute delle reazioni allergiche e/o si ha familiarità per shock anafilattico da punture di insetti, è indispensabile portare con sé dei farmaci d’emergenza che il vostro medico vi prescriverà, come l’adrenalina iniettabile in siringhe preriempite che è facile da iniettare. Anche in caso di punture multiple (8-10) nonostante l’assenza di allergia, è opportuno chiamare il Pronto Soccorso, a causa dell’effetto cumulativo del veleno iniettato. L’intossicazione da veleno, inoltre, può provocare danni a livello cardiaco, renale e muscolare.


Come provare a prevenire le punture?

Ci sono alcuni comportamenti che rappresentano delle “buone norme”:

  • in presenza di insetti mantenere la calma, gli insetti non pungono mai se non per difesa, tant’è che il veleno non è nemmeno usato per la predazione nelle vespe e nei calabroni

  • evitare di camminare scalzi su prati estivi, soprattutto quelli umidi, le vespe sono attratte dall’acqua

  • tenere i cibi in contenitori, in modo che non diffondano l’odore e attraggano insetti

  • le api non pungono lontano dall’alveare, ma è comunque sconsigliabile disturbarle.

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