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Filtro solare: verità, falsi miti e buone abitudini

  • Immagine del redattore: Dott.ssa Lucia Calvisi
    Dott.ssa Lucia Calvisi
  • 17 lug
  • Tempo di lettura: 6 min
Filtro solare: verità, falsi miti e buone abitudini

L’estate è arrivata e con essa si ha maggiore occasione di esporsi al sole. Come ogni anno, nascono dubbi e domande: “Se metto il filtro solare mi abbronzo lo stesso?”, “Il filtro solare impedisce l’assorbimento della vitamina D?”, Se sto sotto l’ombrellone con il cappellino, posso farne a meno?”.

Il filtro solare è un alleato quotidiano, utile in ogni stagione. Le radiazioni UV provocano quello che viene definito skin ageing, ma sono anche responsabili di ustioni, lesioni precancerose e cancerose, oltre a compromettere il sistema immunitario cutaneo, con conseguente aumento del rischio di tumori della pelle.

Le radiazioni solari si dividono in tre categorie: UVA, UVB e UVC. Lo strato di ozono filtra completamente le UVC, circa il 90% delle UVB e solo una piccola parte delle UVA. Quando questo strato si assottiglia, la cute viene esposta a una quantità crescente di radiazioni. Gli UVA favoriscono l’invecchiamento e la pigmentazione, mentre gli UVB sono associati a scottature e alla formazione di tumori cutanei.

 

Luce blu e protezione quotidiana

La luce blu, oggi molto discussa, è una radiazione elettromagnetica compresa nello spettro della luce visibile, con lunghezza d’onda tra 380 e 500 nanometri. È emessa sia da fonti naturali come il sole, sia da fonti artificiali come dispositivi elettronici e luci LED.

Può avere effetti negativi sulla pelle, sulla salute degli occhi e sui meccanismi che regolano il ciclo sonno-veglia.

Il filtro solare agisce grazie a sostanze attive che assorbono, riflettono o diffondono i raggi UV. La sua applicazione dovrebbe rappresentare l’ultimo step della skincare quotidiana, durante tutto l’anno.

È importante scegliere formule specifiche per viso e corpo, perché la pelle ha caratteristiche diverse. Una protezione pensata per il corpo, dove la cute è più spessa, può risultare troppo ricca per il viso e favorire l’occlusione dei pori.

 

Modalità d’uso e scelta del fattore di protezione

La protezione solare va applicata in modo generoso sulle zone fotoesposte circa 30 minuti prima dell’esposizione, per garantire un corretto assorbimento. La frequenza di applicazione dipende dalla stagione, dal tipo di attività e dal livello di protezione scelto.

In estate è fortemente consigliabile riapplicarla ogni due ore e dopo ogni bagno o sudorazione intensa. In inverno si può essere più flessibili, ma se si lavora vicino a finestre o superfici vetrate non schermate, la pelle resta comunque esposta ai raggi UVA, con effetti a lungo termine come fotoinvecchiamento e danni cellulari.

Un buon solare dovrebbe avere un SPF (Sun Protection Factor) di almeno 30, in grado di filtrare circa il 97% delle radiazioni UVB. L’SPF 50 offre una protezione del 98%.

 

Qual è allora il razionale di usare un SPF 50?

Il numero riportato in etichetta indica il tempo teorico di esposizione al sole prima della comparsa di scottature. Ad esempio, se una pelle chiara si scotta dopo 10 minuti senza protezione, con SPF 30 può restare esposta per 300 minuti, e con SPF 50 per 500 minuti, a condizione che la protezione venga rinnovata regolarmente. Esiste anche l’SPF 100, che filtra circa il 99% dei raggi UVB ed è indicato in caso di esposizione prolungata o per pelli molto sensibili.

 

Vitamina D e sicurezza dei filtri solari

È diffusa l’idea che il filtro solare ostacoli la produzione di vitamina D. In realtà, anche se riduce l’esposizione ai raggi UVB, non la blocca completamente, consentendo comunque la sintesi cutanea della vitamina.

Le evidenze scientifiche dimostrano che è possibile mantenere livelli adeguati di vitamina D anche utilizzando regolarmente la protezione solare.

Un altro dubbio frequente riguarda la presunta pericolosità dei filtri e la possibilità che favoriscano l’insorgenza di tumori. Questa convinzione è infondata. I solari di aziende affidabili rappresentano uno strumento essenziale per la prevenzione.

Le radiazioni ultraviolette del sole e delle lampade abbronzanti sono tra le principali cause riconosciute di lesioni cancerose. È stato inoltre dimostrato attraverso studi clinici internazionali che le ustioni solari subite in età pediatrica aumentano in modo significativo il rischio di sviluppare tumori cutanei, incluso il melanoma, anche a distanza di anni.

Per ricevere indicazioni personalizzate sulla protezione più adatta alla tua pelle, puoi rivolgerti al mio studio.


L’estate è arrivata e con essa si ha maggiore occasione di esporsi al sole. Come ogni anno, nascono dubbi e domande: “Se metto il filtro solare mi abbronzo lo stesso?”, “Il filtro solare impedisce l’assorbimento della vitamina D?”, Se sto sotto l’ombrellone con il cappellino, posso farne a meno?”.

Il filtro solare è un alleato quotidiano, utile in ogni stagione. Le radiazioni UV provocano quello che viene definito skin ageing, ma sono anche responsabili di ustioni, lesioni precancerose e cancerose, oltre a compromettere il sistema immunitario cutaneo, con conseguente aumento del rischio di tumori della pelle.

Le radiazioni solari si dividono in tre categorie: UVA, UVB e UVC. Lo strato di ozono filtra completamente le UVC, circa il 90% delle UVB e solo una piccola parte delle UVA. Quando questo strato si assottiglia, la cute viene esposta a una quantità crescente di radiazioni. Gli UVA favoriscono l’invecchiamento e la pigmentazione, mentre gli UVB sono associati a scottature e alla formazione di tumori cutanei.

 

Luce blu e protezione quotidiana

La luce blu, oggi molto discussa, è una radiazione elettromagnetica compresa nello spettro della luce visibile, con lunghezza d’onda tra 380 e 500 nanometri. È emessa sia da fonti naturali come il sole, sia da fonti artificiali come dispositivi elettronici e luci LED.

Può avere effetti negativi sulla pelle, sulla salute degli occhi e sui meccanismi che regolano il ciclo sonno-veglia.

Il filtro solare agisce grazie a sostanze attive che assorbono, riflettono o diffondono i raggi UV. La sua applicazione dovrebbe rappresentare l’ultimo step della skincare quotidiana, durante tutto l’anno.

È importante scegliere formule specifiche per viso e corpo, perché la pelle ha caratteristiche diverse. Una protezione pensata per il corpo, dove la cute è più spessa, può risultare troppo ricca per il viso e favorire l’occlusione dei pori.

 

Modalità d’uso e scelta del fattore di protezione

La protezione solare va applicata in modo generoso sulle zone fotoesposte circa 30 minuti prima dell’esposizione, per garantire un corretto assorbimento. La frequenza di applicazione dipende dalla stagione, dal tipo di attività e dal livello di protezione scelto.

In estate è fortemente consigliabile riapplicarla ogni due ore e dopo ogni bagno o sudorazione intensa. In inverno si può essere più flessibili, ma se si lavora vicino a finestre o superfici vetrate non schermate, la pelle resta comunque esposta ai raggi UVA, con effetti a lungo termine come fotoinvecchiamento e danni cellulari.

Un buon solare dovrebbe avere un SPF (Sun Protection Factor) di almeno 30, in grado di filtrare circa il 97% delle radiazioni UVB. L’SPF 50 offre una protezione del 98%.

 

Qual è allora il razionale di usare un SPF 50?

Il numero riportato in etichetta indica il tempo teorico di esposizione al sole prima della comparsa di scottature. Ad esempio, se una pelle chiara si scotta dopo 10 minuti senza protezione, con SPF 30 può restare esposta per 300 minuti, e con SPF 50 per 500 minuti, a condizione che la protezione venga rinnovata regolarmente. Esiste anche l’SPF 100, che filtra circa il 99% dei raggi UVB ed è indicato in caso di esposizione prolungata o per pelli molto sensibili.

 

Vitamina D e sicurezza dei filtri solari

È diffusa l’idea che il filtro solare ostacoli la produzione di vitamina D. In realtà, anche se riduce l’esposizione ai raggi UVB, non la blocca completamente, consentendo comunque la sintesi cutanea della vitamina.

Le evidenze scientifiche dimostrano che è possibile mantenere livelli adeguati di vitamina D anche utilizzando regolarmente la protezione solare.

Un altro dubbio frequente riguarda la presunta pericolosità dei filtri e la possibilità che favoriscano l’insorgenza di tumori. Questa convinzione è infondata. I solari di aziende affidabili rappresentano uno strumento essenziale per la prevenzione.

Le radiazioni ultraviolette del sole e delle lampade abbronzanti sono tra le principali cause riconosciute di lesioni cancerose. È stato inoltre dimostrato attraverso studi clinici internazionali che le ustioni solari subite in età pediatrica aumentano in modo significativo il rischio di sviluppare tumori cutanei, incluso il melanoma, anche a distanza di anni.

Per ricevere indicazioni personalizzate sulla protezione più adatta alla tua pelle, non esitare a contattarmi.

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